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» Merlino e Viviana
  • La Storia d'amore:
Il mito racconta che Merlino si fosse trovato un giorno ad attraversare la foresta di Broceliande, su mandato del re Artù. Nel folto del bosco, presso la sorgente delle Fate, si imbattè in una fanciulla di soli dodici anni, Viviana, la Dama del Lago e immediatamente se ne innamorò. Soggiogato dal sentimento, e volendo darle un saggio del proprio potere il mago tracciò sotto gli occhi della fanciulla, un cerchio sulla terra: ne scaturirono dame, cavalieri, un castello fatato e un’infinità di fiori. Viviana ne fu affascinata e iniziò a innamorarsi del mago. Merlino cominciò così a fare la spola tra la Bretagna e l’Inghilterra, e nel corso dei suoi soggiorni a Brocéliande rendeva Viviana sempre più partecipe di ogni suo segreto, tranne uno. Per amore della sua piccola fata, il mago aveva anche bevuto l’acqua della fonte dell’eterna giovinezza, assumendo le fattezze di un ragazzo. Il tempo passava; Viviana si innamorava sempre più del mago e aumentava il desiderio di legarlo sempre più a sé. Arrivò il giorno in cui, quando i il regno di Artù sembrava ormai destinato a una inesorabile fine, che Merlino decise di rivelare all’amata anche l’ultimo segreto che teneva gelosamente nascosto, pur essendo conscio delle conseguenze che ne sarebbero derivate. Fu a questo punto che Viviana, obbedendo al grande incantatore, secondo alcune versioni, ingannandolo, secondo altre, dopo aver tracciato intorno a lui nove cerchi magici, intangibili quanto l’aria ma duri come la roccia, lo fece per sempre prigioniero, facendo in modo di rendere sè stessa prigioniera con lui, legandosi così di un amore eterno ed indissolubile.
 La narrazione degli amori di Merlino e Viviana compare per la prima volta nella Historia regum Britanniae di  Goffredo di Monmouth (1136 ca.) e dovette essere molto popolare in età medievale. Le caratteristiche del mago, che mantiene intatti i suoi tratti originari, compaiono in un codice cinquecentesco, che recupera la leggenda di Merlino dalle fonti letterarie precedenti e dalla tradizione orale: egli vi è descritto come un druido, figlio di un demone e di una vergine, conoscitore delle arti magiche e della divinazione, saggio e potente consigliere del re.
Le origini del personaggio di Viviana vanno quasi certamente fatte risalire alla mitologia greca e romana. Il legame fra la Dama del Lago, Merlino, Lancillotto e Artù presenta infatti delle affinità con la storia della nereide Teti, madre di Achille, e anche il matrimonio della ninfa con l’anziano Peleo, richiama l’amore di Viviana con l’attempato Merlino. Anche l’altro nome della fata “Nimue” potrebbe derivare da “Mneme”, nome abbreviato di “Mnemosinem” madre delle nove muse e delle ninfe, a indicare tutti i saperi che la giovane ma astuta Viviana riesce ad apprendere dal mago innamorato. Viviana infine, è la forma celtica del nome Co-Vianna che indicava la divinità delle acque: Coventina; ma le ipotesi, tutte molto suggestive sono le più varie, non ultima quella che la fa derivare da Diana, la dea cacciatrice e dal cuore inespugnabile, che sì, avrebbe sedotto con la sua avvenenza il mago, ne avrebbe appreso le arti magiche e divinatorie ma senza mai cedergli, anzi, rinchiudendolo alla fine in una caverna o, secondo altre versioni, nel cavo di un albero e che, in seguito, avrebbe fatto da madre a Lancillotto, detto anche “Cavaliere del Lago”, ma questa è un’altra storia.
Comunque la si ascolti questa leggenda irreale e antica racconta la condizione di uomini e donne di ogni tempo (magia a parte) e ci insegna che il medioevo, non è poi un’epoca così distante, ma forse anche i nostri giorni, in qualche modo portano sempre dentro un po' di quell’età lontana: Racconta la storia di un uomo molto potente, che si spoglia di tutto per amore e si mette nelle mani di una donna, gettando ogni arma e ogni difesa, cambiando per lei tutto il suo essere, solo per compiacerla, forse stanco di essere considerato solo per ciò che rappresenta e non per quello che è. E lei? Mille ragazze bellissime e giovani potrebbero incarnare la fata- bambina, innamorate di uomini che si muovono sicuri nella realtà che li circonda, padroni delle situazioni che sanno creare dal nulla e gestire. Il nostro giudizio che sempre corre veloce e tagliente, marchia spesso la fata-bambina come “fredda calcolatrice” che, ottenuto il suo scopo, getta un incantesimo addosso al mago di turno, e lo imprigiona per il resto dei suoi giorni, ben conscia del suo potere. O forse ancora è una donna, bella, capace, che ha imparato a vivere e, affrancata da qualsiasi soggezione  può acquistarsi un castello fatato, ricchezze, e avere potere perfino alla corte del re. Oppure, ancora è solo una donna desiderosa di amore incondizionato e per questo accoglie un orfano che alleva, per poi scomparire nelle nebbie della
leggenda, così come era comparsa.
 
Bibliografia presente nella Biblioteca di Selargius:
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  •   Altre risorse:

Historia regum Britanniae di Goffredo di Monmouth (Cambridge Digital Library ) download open da MLOL

Historia de Merlino (Libri rari - Biblioteca Nazionale di Parigi, 1480; in italiano) download open da MLOL

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