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» Congregazione di Carità - E.C.A.

ENTE COMUNALE DI ASSISTENZA GIÀ CONGREGAZIONE DI CARITÀ
a cura degli archivisti Dott.ri Massimo Pitti e Lorenzo Carcangiu (SISAR s.a.s.)

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Visualizza inventario dell'Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.) - sommario [file.xls]

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La Congregazione di carità e l’Ente comunale di assistenza erano delle istituzioni assistenziali operanti a livello comunale.
La Congregazione di carità fu istituita presso ogni Comune dalla legge n. 753 del 3 agosto 1862 allo scopo di soccorrere i bisognosi e prestare loro assistenza. A ciò si aggiunse anche il compito di amministrare le varie istituzioni di beneficenza operanti prima di quella data, le Opere pie, organismi che esercitavano la loro opera caritatevole grazie alle donazioni e ai finanziamenti spontanei di privati. Questo carattere privatistico persistette anche in seguito alla legge del 1862, in quanto il contributo pubblico si limitava pressoché all’assistenza medica e al mantenimento di alienati e bambini abbandonati.
Le Congregazioni di carità e le Opere pie godevano di ampia autonomia e il controllo pubblico, attraverso le deputazioni provinciali, si limitava al solo bilancio consuntivo.
Le Congregazioni erano composte da un Presidente e numero di membri variabile a seconda del numero di abitanti del Comune. Una riforma della materia assistenziale si ebbe con la legge n. 6972 del 17 luglio 1890. Le Opere pie mutarono il nome in Istituzioni pubbliche di beneficenza (e dal 1923 in Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza). La legge definì meglio le finalità e l’organizzazione delle Congregazioni di carità. Il comitato era eletto dal Consiglio comunale e a svolgere funzioni di tesoriere fu chiamato l’esattore comunale. Esse furono sottoposte a più ampi controlli sia in campo finanziario, attraverso le Giunte provinciali, sia nell’amministrazione, che poteva essere sciolta da parte del Ministero dell’Interno in caso di inadempienza agli obblighi di legge.
In base al regolamento di applicazione della legge, provvedimento n. 99 del 5 febbraio 1891, le Congregazioni di carità e tutte le altre istituzioni di assistenza e beneficenza dovevano avere un proprio archivio dove conservare gli atti generali, i registri di protocollo della corrispondenza con la relativa rubrica alfabetica per materia, il registro cronologico delle deliberazioni, gli inventari dei beni mobili e immobili, gli elenchi dei titoli relativi a diritti, pesi ed obbligazioni, i bilanci preventivi e i conti consuntivi. I decreti n. 214 del 4 febbraio del 1923 e n. 2841 del 30 dicembre dello stesso anno apportarono delle migliorie all’assistenza, con l’istituzione degli assegni familiari, l’estensione delle pensioni sociali e l’istituzione di enti per la protezione e l’assistenza alla maternità e all’infanzia.
La legge n. 847 del 3 giugno 1937 soppresse le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e sostituì le Congregazioni di carità con gli Enti comunali di assistenza (E.C.A.), che ne ereditarono le funzioni. A capo dell’Ente comunale di assistenza stava un Comitato di amministrazione, nominato dalla Giunta municipale e composto da un numero di membri variabile a seconda della popolazione del Comune. Il Comitato eleggeva come rappresentante dell’Ente un Presidente. L’E.C.A. aveva un proprio patrimonio derivante in parte dalle rendite delle Congregazioni di carità e di quegli enti da esse amministrati, tutti inglobati nell’E.C.A., in parte da finanziamenti propri e di Province, Comuni e altri enti.Dopo la caduta del fascismo, il R.D.L. n. 125 del 14 aprile 1944 apportò alcune modifiche sulla nomina dei componenti.
Gli Enti comunali di assistenza furono soppressi con il D.P.R. n. 616 del 24 luglio 1977 e le loro funzioni di assistenza trasferite ai Comuni (in Sardegna con la L.R. n. 10 del 1º aprile 1987).

[Bibliografia essenziale: Tocco-Toko, Cenni sull'amministrazione e contabilità della congregazione di carità, Premiato stabilimento tipografico P. Valdes, Cagliari 1910; V. Bortolotti, Gli archivi dei comuni, opere pie, parrocchie, province notarili e di stato: loro formazione e ordinamento, Pirola, Milano, 1915]

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